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Oggi più che mai è necessario riscoprire il messaggio di San Francesco Caracciolo per divenire missionari attenti verso i poveri, troppo spesso dimenticati nel villaggio globale in cui viviamo. Dal pane accolto al pane condiviso – San Francesco Caracciolo un carisma sempre attuale. Nato nel 1563 a Villa Santa Maria (Chieti) e morto ad appena 44 anni ad Agnone, San Francesco Caracciolo ha dedicato la sua esistenza ai poveri, ai carcerati e ai malati. Caratteristica peculiare dei caracciolini è da sempre la “preghiera circolare” per cui, a ogni ora del giorno o della notte, c’è sempre un religioso in preghiera. Chi prega offre a Dio le tante opere buone che gli altri stanno compiendo. Fondato con l’aiuto di Agostino Adorno e Fabrizio Caracciolo, il movimento è stato sempre riconosciuto dai diversi papi che si sono avvicendati in San Pietro a conferma di come l’azione di carità sia stata sempre condotta nel segno della Chiesa postridentina.
Queste le parole che pronunciava Francesco riguardo all’Eucarestia:
“Sangue preziosissimo del mio Gesù, tu sei mio, e per te e con te soltanto spero di salvarmi. O sacerdoti, sforzatevi di celebrare la Messa ogni giorno e di inebriarvi con questo sangue!”.
Mentre agli altri offriva tutto ciò che aveva, per sé non tratteneva nulla. Francesco sceglieva sempre i luoghi più angusti, dorme poche ore per notte e mangia gli avanzi. Le sue opere di penitenza erano lunghe, soleva percorrere lunghi viaggi a piedi. Promuove il culto dell’Eucaristia, decretando che gli allievi dell’Ordine si avvicendino nell’Adorazione del Santissimo Sacramento.