Curia Generalizia CRM, Via Tribuna Campitelli 6A, 00186 - Roma, Italy

Chierici Regolari Minori (Caracciolini)

Chierici Regolari Minori (Caracciolini)

L'ordine sorse a Napoli nel 1588 nel clima di restaurazione cattolica dopo il concilio di Trento. Venne fondato da Giovanni Agostino Adorno (1551-1591) insieme con l'abate Fabrizio Caracciolo (1555-1615), della famiglia dei principi di Marsicovetere, e Francesco Caracciolo (1563-1608), del ramo dei principi di San Buono: poiché dei tre fu quest'ultimo il solo a essere innalzato agli onori degli altari, Francesco Caracciolo è ritenuto il principale fondatore ed è da lui che i religiosi dell'ordine prendono il nome di "caracciolini". Di nobile famiglia genovese, abbandonata la carriera politica, Adorno aveva deciso di dedicarsi alla vita religiosa e si era stabilito a Napoli seguendo il suo direttore spirituale, il padre teatino Basilio Pignatelli; nella città partenopea aveva aderito alla compagnia dei Bianchi, una confraternita dedita all'assistenza dei condannati a morte. Ordinato sacerdote, iniziò a progettare di istituire una nuova famiglia religiosa. Adorno richiese la collaborazione di Fabrizio e Francesco Caracciolo (anch'egli membro della compagnia dei Bianchi): i tre si ritirarono nell'eremo dei Camaldoli di San Salvatore di Napoli, dove stesero la regola della futura congregazione, poi i due Caracciolo si recarono a Roma, dove ottennero l'approvazione di papa Sisto V (la bolla Sacrae religionis del 1º luglio 1588).
I tre fondatori e i loro primi nove compagni si stabilirono inizialmente presso la chiesa di Santa Maria della Misericordia, ma nel 1591 ottennero la chiesa di Santa Maria Maggiore, di cui Fabrizio Caracciolo era abate. Papa Gregorio XIV confermò l'ordine ed estese ai chierici regolari minori tutti i privilegi già concessi ai teatini (bolla del 18 febbraio 1591) e nel 1592 papa Clemente VIII concesse loro di emettere un quarto voto, quello di non ambire a dignità ecclesiastiche. Nel 1595 i caracciolini fondarono la loro prima casa a Roma, presso la chiesa di San Lorenzo in Lucina, dove in seguito sarebbe stata stabilita anche la curia generalizia. A opera di Francesco Caracciolo, che fondò case a Madrid, Valladolid e Alcalá de Henares, l'ordine si diffuse rapidamente anche in Spagna. Nel XVIII secolo raggiunsero la Cina come missionari. Francesco Caracciolo venne beatificato da papa Clemente XIV nel 1769 e canonizzato da papa Pio VII il 24 maggio 1807.

 

Attività e diffusione


I caracciolini si dedicano al ministero sacerdotale (direzione spirituale, missioni, predicazione) e a varie opere di misericordia (assistenza degli infermi, dei carcerati): sono obbligati a un'ora al giorno di adorazione al Santissimo Sacramento (preghiera circolare continua) e a una penitenza straordinaria a turno. Comunità caraccioline sono presenti in Congo, Kenya, Filippine, Germania, India, Italia e Stati Uniti d'America; il preposito generale, risiede a Roma, presso la Curia Generalizia CRM, Via Tribuna Campitelli 6A, 00186 .

Chierici Regolari Minori ( Padri Caracciolini ) – Oggi

Nel 1925, dopo ben 43 anni dal precedente, viene celebrato il Capitolo Generale in cui vengono indicate le linee di sviluppo dell’Ordine. Nel quartiere di Montesacro a Roma, dove già da alcuni anni i nostri religiosi sono impegnati pastoralmente, nel 1924 viene inaugurata la Chiesa dei Santi Angeli Custodi, che, affidata alla nostra cura, diventa il centro propulsore della ripresa di tutto l’Ordine.
Seguono altre fondazioni con ulteriore sviluppo dell’Ordine: Lodi negli Stati Uniti nel 1932, Roccamontepiano (Italia) nel 1942, Napoli (Italia) e Ramsey (USA) nel 1963, San Cipriano d’Aversa (Italia) nel 1976 e Villa Santa Maria (Italia) nel 1977; mentre nel 1972 viene avviata l’attività pastorale presso la comunità degli emigrati italiani in Germania a Wiesbaden prima e poi a Munster. Anche per noi la nuova pentecoste del Concilio Ecumenico VaticanoII ha segnato l’inizio di un impegno di profondo rinnovamento della nostra vita religiosa nella riscoperta e nella fedeltà al carisma dei Fondatori e in un più attento ascolto dei segni dei tempi. In vista della revisione delle Costituzioni alla luce dei documenti conciliari, si avvia all’interno dell’Ordine un periodo particolarmente vivace e fecondo di riflessione teologica che sempre più si centra sull’Eucaristia. Una più attenta analisi di San Francesco Caracciolo, e di tutta la nostra tradizione ci indicano sempre più chiaramente nell’Eucaristia il nostro carisma. Esplicitamente l’Eucaristia viene dichiarata centro e forma della nostra spiritualità, della vita comunitaria e di ogni nostro apostolato. All’Eucaristia vengono intimamente collegati anche gli altri due aspetti fondamentali nella vita dei Fondatori e dell’Ordine: il voto di non ambire dignità ecclesiastiche ed il servizio per i poveri.
Dono dello Spirito Santo per mezzo della Chiesa ma anche frutto di un generoso impegno, che per oltre 20 anni ha coinvolto tutti noi nella preghiera, nella riflessione e nello studio, sono le nuove costituzioni che, approvate dalla Suprema autorità della Chiesa il 4 Giugno 1985, ci sono state ufficialmente consegnate dal Santo Padre Giovanni Paolo II nella sua memorabile visita del 6 Aprile 1986 alla nostra parrocchia dei SS. Angeli Custodi in Roma. L’approvazione della Chiesa e le benevole espressioni con cui il Santo Padre ha voluto accompagnare il suo gesto sono per tutti noi consolante garanzia ed incoraggiante invito. Nella ‘regola di vita’ che la Chiesa porge a noi, figli di San Francesco Caracciolo, è presente in tutta la sua pienezza il carisma e la spiritualità dei Fondatori, dietro ai quali veniamo invitati a camminare con decisione verso la nostra santificazione nel servizio della Chiesa e del mondo alla maggior gloria di Cristo risorgente.

A nessuno di noi sfuggì allora una felice coincidenza, alla quale abbiamo voluto attribuire anche qualche significato profetico: era la “domenica in albis” quando il Papa ci consegnava le nuove Costituzioni e stava per compiersi il 4° centenario da quel 1° Luglio 1588 quando SISTO V consegnò ai nostri fondatori la Bolla di Approvazione dell’Ordine dei Chierici Regolari Minori. Tutti noi abbiamo pregato perché il gesto di Giovanni Paolo II portasse all’Ordine la stessa fioritura che seguì al gesto di Sisto V. Nel frattempo, un’altra consolante realtà era maturata. Il ritorno alle origini, la riscoperta del carisma e della spiritualità dei Fondatori, la rilettura di qualche pagina della nostra storia, insieme all’approfondimento della dimensione missionaria della vita religiosa nel contesto della nuova ecclesiologia, elaborata a partire dal Concilio, e ai reiterati inviti della Chiesa perché le famiglie religiose si aprissero alla missione, avevano portato alla storica decisione, presa nel Capitolo Generale del 1982, di iniziare l’attività missionaria “ad gentes”.
Con la stessa “santa audacia” con cui Agostino Adorno e Francesco Caracciolo nel 1589 si avviarono verso la Spagna, lasciando a Napoli una situazione non ancora perfettamente consolidata, l’Ordine, anche se le forze a disposizione apparivano insufficienti per le necessità da soddisfare, assumeva un impegno della cui importanza ed ampiezza tutti eravamo ben coscienti. Non solo la fortuna ha premiato l’audacia ma, lo riconosciamo con grande gioia, la Provvidenza ha benedetto la fiducia! L’alba del terzo millennio trova i figli di S. Francesco Caracciolo fortemente impegnati nell’attività missionaria per l’evangelizzazione e la promozione umana nel Congo dal 1984, in India dal 1993 e nelle Filippine dal 2001. l’impatto con culture diverse da quella in cui il nostro Ordine è nato e si è sviluppato ci è di forte stimolo per una revisione della nostra esperienza umana storica. L’incontro con forme diverse di spiritualità e tradizioni religiose nuove ci sta aiutando nell’approfondimento e nel discernimento di ciò che è essenziale ed irrinunciabile nel nostro carisma e nella nostra tradizione spirituale. Ma ogni giorno sperimentiamo anche quanto sia determinante per l’accoglienza del Vangelo che il suo annuncio sia accompagnato da generosi e concreti gesti di solidarietà e di giustizia.
Nella costruzione di ospedali e di servizi sanitari, nella realizzazione di acquedotti e di altre impegnative opere sociali, nella adozione a distanza di migliaia di bambini del Terzo Mondo, nella difesa dei piccoli e dei poveri da ogni tipi di sfruttamento continuiamo l’opera ed il servizio che i nostri Fondatori ci hanno lasciato come eredità. L’impegno missionario sta dando già i suoi consolanti frutti sia in una promettente ripresa vocazionale per il nostro Ordine sia nel generoso coinvolgimento delle comunità parrocchiali affidate alle nostre cure e di laici particolarmente sensibili ai problemi della solidarietà fra i popoli e le persone. Ma siamo impegnati anche sulle “frontiere” della nuova evangelizzazione nei Paesi di antica tradizione cristiana.
Le situazioni sono molto diverse e non raramente contrastanti fra di loro ma sempre di piedi d’uomo, stanchi e spesso sanguinanti, sono le orme che si rintracciano ai bordi delle moderne autostrade dell’opulento Occidente o nei polverosi sentieri dei Paesi del Sud del mondo! Accanto a questi uomini e a queste donne è il posto di ogni caracciolini non per raccontare edificanti storie del passato ma perché, consapevoli dell’eredità che ci è stata affidata, sappiamo rendere presenti all’uomo di oggi i miracoli di fede e di carità dei nostri Padri.
Infine la dichiarazione di San Francesco Caracciolo a celeste Patrono dei cuochi d’Italia (Marzo 1996) è per noi ulteriore motivo di un rinnovato e più coerente impegno: dopo aver illuminato la mente dei nostri fratelli con l’annuncio del Vangelo ed aver nutrito il loro spirito con l’Eucaristia,non possiamo disattendere le loro necessità più immediate ed urgenti.